domenica 4 marzo 2012

E l’unico frutto dell’amor...


Chissà se avete indovinato di che frutto parlo :-P
Che poi in realtà per me la banana è un po’ il simbolo della caducità delle cose terrene. No, non per quel che pensate voi (porci!), ma per una questione di biodiversità e selezione naturale... Insomma, considerate che praticamente la maggior parte (se non la totalità) delle banane che mangiamo appartiene ad un’unica cultivar, la Cavendish. Eh già, una sola. Strano, no? Di mele e pere si trovano tante di quelle varietà... ma la cosa più eclatante ancora ve la devo dire: in realtà la Cavendish la conosciamo bene solo dagli anni ’50, perché prima si mangiava solo la Gros Michel. Che poi è stata praticamente cancellata dalla faccia della terra da una malattia fungina, la cosiddetta malattia di Panama. Insomma, capito cosa succede ad affidarsi a coltivazioni di tipo monospecifico? Se si coltiva una sola specie e poi per caso si diffonde rapidamente una malattia a cui tale specie risulta particolarmente sensibile cosa pensate che possa accadere? Morie a livello mondiale, esatto. La malattia fa strage di tutti i rappresentanti della specie coltivati nel mondo, con conseguente perdita di raccolto per mesi o finché non si sostituisce la specie (o varietà) con una simile, ma resistente alla malattia... sì, ma e se nel frattempo le altre specie e varietà si sono estinte? Che si fa? Meditate gente, meditate...


Lato ricetta, il protocollo originale l’avevo trovato ancora anni fa da qualche parte, in rete, quando cercavo ricette originali per dei biscotti. Spulciando il web avevo rintracciato appunto i “biscotti alla banana di nonna Miriam” (la birichina :-DDD) e avevo deciso di provare a rifarli. Poi però ero stata costretta a cambiare una parte del protocollo: il mix era risultato impossibile da stendere, era più una specie di blob pastoso e bananoso che un qualcosa di domabile col mattarello. E quindi, via di cucchiaio! Per finire, ho deciso di sostituire la parsimoniosa spolverata di zucchero a velo con una bella glassa al cioccolato bianco, olè, giusto così per farsi del male. E incredibile ma vero, questi biscotti hanno riscosso un successo che non mi aspettavo, sono piaciuti a tutti!


Sì, perché a distanza di anni dalla prima volta avevo pensato di rifarli in occasione di una visita a cugina con relativa figliolanza... solo che poi la bimba me le ha snobbate per principio :-D mentre invece agli adulti è piaciuto... e io che pensavo che banana + cioccolata bianca fosse un gusto infantile! Allora ho deciso di fare una seconda prova: li ho rifatti (con degli stampini, così son venuti regolari) e portati a geobotanica... e sono piaciuti anche a gente di un certo livello! :-DDD e così, approvati!


Biscotti morbidi banana e cioccolato bianco:


150 g di burro
110 g di zucchero
un uovo
2 banane piccole
un cucchiaino raso di lievito per dolci
farina q.b. (circa 300 g)
100 g di cioccolato bianco
2 cucchiai di latte


In una ciotola capiente, ridurre le banane in purea. Aggiungere il burro fuso a bagnomaria intiepidito, l’uovo e lo zucchero e mescolare bene tutto per amalgamare. Incorporare la farina con il lievito, mescolare energicamente e non spaventarsi se il tutto resta piuttosto molle: verrà cazzuolato a cucchiaiate su della carta da forno o in mini-stampini. Appunto, formare delle sfere semiliquide (o riempire gli stampini) e infornare a 200°C per circa 10-15 minuti. Sfornare, lasciar raffreddare e glassare: fondere a bagnomaria il cioccolato, il burro e il latte, amalgamare, lasciar intiepidire un po’ e poi stendere a cucchiaiate sui biscotti. Mettere in frigo per 1-2 ore et voilà! Pronti!



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