venerdì 13 gennaio 2012

Oh my darling clementine


Avete presente quando vi chiedono di raccontare come avete conosciuto il vostro compagno (o la vostra compagna, indifferente) e voi esordite con “bè, in realtà a me piaceva il suo amico, poi però...”
Ecco, è un po’ quel che è successo con la ricetta di oggi. Insomma, quasi, dai. Tutto è iniziato perché avevo voglia di preparare un dolce, ma volevo qualcosa che fosse contemporaneamente leggero e rinfrescante, qualcosa che profumasse di limone. Fateci caso: in questi frangenti scatta subito la sindrome “non ho mai niente da mettermi”, ovvero nonostante una rete che straborda ricette sembra sempre che non ci sia nulla che possa andarci bene, che risponda al nostro desiderio attuale. Mai successo? Ad ogni modo, la (malsana) decisione seguita a questo processo è stata “inventiamoci qualcosa di originale”.


Per carità, di solito sono capace di inventare nuovi dessert, solo che a volte potrei proprio risparmiarmelo :-D In questo caso mi è venuto il desiderio di un dolce al cucchiaio tipo mousse o bavarese, ma non così pesante, leggasi senza tutta quella panna montata... così boh, ho iniziato a pensare che potevo iniziare il tutto montando due tuorli con lo zucchero tipo zabaione, poi ci avrei aggiunto il succo di limone e dopo dello yogurt greco, degli albumi montati a neve e la gelatina. Secondo i miei calcoli avrebbe dovuto tenere. Adesso so cosa provano e cosa pensano gli ingegneri che si vedono crollare la costruzione appena tirata su :-D Ancora non so cosa sia fallito durante il processo. Non so se magari fare uno zabaione non vada bene per questo tipo di crema, se invece fosse colpa dello yogurt e della mancanza di panna montata, se magari il limone sia incompatibile con la colla di pesce oppure ancora se è stata tutta colpa del fatto che ho fatto un errore al momento di incorporare la gelatina e una parte si è raggrumata senza amalgamarsi bene. Fatto sta che al momento di sformare il tutto è iniziata una reazione a catena inquietante: i lati erano sciolti e via via ha iniziato a fondersi quasi completamente mantenendo solo un core centrale, una cosa da film di Paolo Villaggio... il tutto mentre il cicione se la rideva beato, sgrunt.


Per supplire al danno ho messo tutto in freezer sperando che come semifreddo migliorasse, ma mi sa che la presenza di gelatina ha contribuito a dargli una consistenza un po’ strana... però non è poi malaccio e scommetto che a un amante delle cose acide anche piacerebbe.


Una cosa però non è andata male: come accompagnamento avevo fatto una salsetta alle clementine dal sapore davvero interessante... che tra l’altro si è gelificata molto più di quanto dovesse diventando praticamente una marmellata. E così ci siamo: ero convinta che avrei avuto un bel dessert ai limoni di cui parlare e invece vi canterò le lodi di questa marmellata. Buffa la vita, eh? Che cos’ha di strano di questa marmellata, chiederete voi... mi è venuta l’idea di aggiungerci dell’anice stellato, ecco cos’ha :-)


L’anice stellato (Illicium verum) non è anice, né un suo parente. Infatti non è un’umbellifera erbacea, ma un albero tropicale della famiglia delle magnolie... tutto altro insomma! Come mai lo stesso nome quindi? Bè, perché è vero che le due specie non hanno legami di sangue (o di floema, lol!!), ma curiosamente condividono la sostanza aromatica, l’anetolo. In tutta onestà, lo ammetto: non ho la minima idea del perché, non so come questa sostanza possa trovarsi in due gruppi tanto distanti tra loro e in questo momento sono troppo pigra per fare una ricerca... ma se a qualcuno di voi interessa potrei darmi da fare, basta che lasciate un commento sotto!
Marmellata di clementine al profumo di anice stellato:


1 kg di clementine (senza buccia)
600 g di zucchero
2 aggregati di follicoli di anice stellato :-D sì insomma, mi avete capita

Sbucciare le clementine, separarle in spicchi, spezzettare gli spicchi e pesare il tutto. Per ogni chilo di polpa pesare 6 etti di zucchero e mettere tutto in una pentola bassa e larga assieme all’anice stellato. Lasciar riposare una mezz’oretta, poi portare a bollore. Schiumare la marmellata e cuocere sempre mescolando per 2-3 minuti. Spegnere il fuoco, frullare una parte degli spicchi (stando attenti a non frullare l’anice stellato) e riportare a bollore. Invasare bollente rimovendo l’anice stellato e lasciar raffreddare. Infine, sterilizzare i vasetti: porli in una pentola capiente, coprirli d’acqua fino a una spanna oltre al tappo, mettere sul fuoco e lasciar bollire per mezz’ora. NON SALTARE QUESTO PASSAGGIO! Vedete anche qui perché.


Sembra incredibile, ma per il semplice fatto di aver aggiunto un po’ di anice stellato la marmellata ha preso un aroma particolare, fresco e complesso. La combinazione clementina/anice stellato è azzeccatissima, ve la consiglio senz’altro. Per invasare io ho tolto l’anice stellato perché temevo rilasciasse tannini, ma se così non fosse quasi quasi lo si potrebbe mettere dentro per un maggior effetto scenico al momento dell’apertura del barattolo!



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