venerdì 16 dicembre 2011

Cibo da escursione 2, la vendetta


Ve l’avevo detto, no, che questo non sarebbe stato l’ultimo post sui muffin salati da portare come pranzo al sacco? E quindi, eccoci qua :-) Tra l’altro, sono due post quasi gemelli: c’è una ricetta per muffin salati, il risultato è stato portato in escursione come pranzo al sacco e poi il relativo post è stato pubblicato dopo un intervento già scritto e preparato prima di partire per una breve vacanza.

Abbiamo approfittato del ponte dell’Immacolata Concezione per evadere un po’ dalla realtà quotidiana di solitomini che bene o male ci costruiamo tutti quanti giorno dopo giorno, routine dopo routine, noia dopo noia. Oh, non sto cercando di fare di voi dei cultori della religione della tristeeeeessssa del grande Vinicius du Marones, dico solo che ogni giorno della nostra vita dobbiamo più o meno fare sempre le stesse cose: alzarsi, fare colazione, andare al lavoro, fare la spesa ecc... Non ci vuole niente a scivolare nel déja vu e iniziare a fare tutto meccanicamente, come operai ormai navigati ad una catena di montaggio. Che però non va bene, la nostra vita non dovrebbe farsi portare passivamente da un nastro trasportatore, dovrebbe essere piena di decisioni e voglia di fare, “più larga che lunga”, come pare dicesse la mia impagabile nonna. E così via, si va a Salisburgo per curiosare tra i mercatini di Natale e scoprire la regione, che non c’ero mai stata.


Che dire di Salisburgo... ho dovuto a malincuore ammettere che è più bella della mia amata Graz. Sì: ha un castello da favola, chiese gotiche, palazzi disseminati tra una casa e l’altra, birrerie con insegne in ferro battuto assai fantasiose ecc ecc... anche se voglio spezzare una lancia in favore di Graz: il suo mercato di generi alimentari è MILIONI di volte più interessante, un esempio ce l’avete qua. In ogni caso, abbiamo passato quattro giorni tranquilli all’insegna della scoperta, dinamici, ma mai stressanti... il motto di ogni giornata era “se ci va” :-D ve lo consiglio, specie se siete gente a cui va di fare un sacco di cose :-) Ci andava di vedere il castello, una cosa che faceva impressione tanto era grande, possente e ben curato: una fortezza enorme disseminata di torrette, spiazzi, fregi di rape e vedute panoramiche su tutto il territorio attorno. Come ho detto, rape? Sì, una vecchia leggenda vuole che uno dei principi-arcivescovi fosse stato colpito da uno zio con una rapa perché troppo spendaccione... così lui, grato per essere stato rimesso sulla retta via con cotanta originalità, ha disseminato il castello con i suddetti fregi. Forte, no? E non si tratta certo dell’unico cibo che abbiamo visto in quei giorni :-D


Piccola riflessione: gli austriaci sanno davvero come gestire e curare l’immenso patrimonio di castelli che si ritrovano. Ne fanno un luogo vivo, vero, in cui ci si sente ben accolti e coccolati, circondati da un’atmosfera calorosa e in questi giorni natalizia. Altro che lo stupido castello di Fénis (Valle d’Aosta), in cui per questione di copyright non ti lasciavano neppure far le foto!!! In quello di Salisburgo trovavi caffè, sale didattiche e nel cortile interno, sorpresa: alberi secolari decorati e dei mercatini come quelli del centro, pieni di graziose cianfrusaglie e cibarie. Ad esempio lo stand delle marmellate, scintillante come un gioiello, con un banchetto di assaggi gratis (free food! :-D). E tutto senza mai rovinare il luogo o snaturarlo, senza lasciare tracce permanenti della modernità. Capito, quindi? Italia, impara e prendi appunti! Tutto sommato è stato bello anche sgomitare tra la folla che invadeva le viuzze illuminate dalle decorazioni, di sera, per cercare il negozietto ancora aperto e acchiappare al volo qualche specialità da Fürst, dove le Mozartkugeln vengono confezionate seguendo la ricetta tradizionale. Oppure gironzolare qua e là e scoprire, incastrato tra una chiesa e un cimitero, un antico panificio che cuoce nel forno vecchio di 900 anni le sue fragranti brioches, da mangiare scottandosi le dita e col vapore caldo che ti invade e pizzica le narici.


In ogni caso, anche a Salisburgo ci è scappata una camminatina all’aria aperta. Guai se no! Abbiamo pensato di fare una gita tra (cito la Lonely) le dolci colline di Werfen, dove è stato girato “Tutti insieme appassionatamente”. Che appena arrivati il cicione ha detto “alla faccia delle dolci colline!” perché insomma, mica tanto dolci, in salita tiravano un po’. Ma ne è valsa la pena: bastava girare l’angolo del paese e ci si trovava immersi nella neve, una neve da sogno, soffice, candida e alta. Tra una battaglia a palle di neve e la scalata di una magnifica altana incustodita abbiamo anche trovato il tempo per visitare le ale aperte del castello del luogo (un altro!). Anche qua, uguale: la struttura tirata a lucido come una sposa e nel cortile interno bracieri confortanti, un mercatino e addirittura un gruppo che cantava canzoni di Natale. Tra le varie baracchette ce n’era una che faceva delle specie di krapfen particolari, tondi con una depressione al centro, che potevano essere riempiti con crauti (ugh!!) o con marmellata e zucchero a velo. Indovinate un po’ cosa abbiamo scelto noi!


Il krapfen però era una merenda, per pranzo mi ero già attrezzata con i muffin. Consumati seduti in un capannone deserto bevendo tè bollente dal thermos e recuperando fino all’ultima briciola, presi dalla fame compulsiva tipica delle camminate tra la neve :-). Muffin salati rustici con pomodori secchi, olive e ricotta di pecora, per 12 muffin:


100 g di farina
100 g di farina di grano saraceno
1 uovo
170 g di ricotta di pecora
100 g di burro
125 g di yogurt bianco
un goccio di latte
mezza bustina di lievito chimico
un cucchiaino raso di sale
10 olive kalamata
8 falde di pomodori secchi sott’olio
una manciata di noci
santoreggia, timo


Sbattere l’uovo con le fruste elettriche e aggiungere (sempre sbattendo) la ricotta, lo yogurt, il burro fuso tiepido e il sale. A parte, mescolare gli ingredienti secchi (le farine e il lievito) e poi aggiungerli al composto di uovo e ricotta avendo cura di non formare grumi. Se l’impasto risultasse troppo secco, fluidificare con un goccetto di latte (ma non esagerare, non si deve formare una pastella liquida). Aggiungere le noci tritate grossolanamente, le olive sfilettate, le falde di pomodoro secco a pezzi e gli aromi. Aggiustare di sale e disporre a cucchiaiate nello stampo da muffin precedentemente imburrato. Cuocere per 30-40 minuti nel forno caldo a 180°C, lasciar riposare 5 minuti nel forno spento e infine sfornare.


Questi muffin mi sono piaciuti decisamente di più di quelli della volta scorsa: per prima cosa, risultano più soffici, forse merito della presenza massiccia del burro :-D ma vabbè, pazienza, non si può avere tutto... e comunque se si cammina si smaltisce, no? Poi il gusto nel complesso risulta più rustico grazie alla ricotta di pecora, alla farina di grano saraceno (da quando l’ho scoperta non posso più farne a meno!) e dei pomodori secchi. Anche le erbe si avvertono e sono perfettamente in sintonia con il sapore complessivo del muffin. Buon appetito!



1 commento:

  1. E' sempre un piacere leggere i tuoi post, scrivi proprio bene, tutta la tua mamma! Hem, no, veramente no...

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