lunedì 19 dicembre 2011

Arance, melograno e reminescenze di Rabelais



Credo di essermi affezionata alla Piccola bottega di campagna, chissà perché. Sarà forse il fatto di aspettare qualcosa ogni mese? Che come donna ci sono abituata muahuahuahuahua, ok, battuta fuori luogo. Scherzi a parte, credo sia più per il suo legame con i ritmi delle stagioni, per il delizioso design del logo e per le quantità di spunti creativi che offrono tutti i concorrenti. E allora, via con il topic di Dicembre :-)

Che è “arance e melograno”. Bell’accostamento, mai provato prima. Tra l’altro, io sono un’amante del melograno, cosa che lascia sempre tutti un po’ stupiti. In effetti, ricavarsi le parti commestibili non è banale: prima, bisogna aprire la bacca (il frutto, quello della foto iniziale) e suddividerla nelle sue porzioni senza schizzarsi di rosso, che tinge in maniera quasi indelebile. Poi, bisogna evitare il rivestimento bianchiccio come la peste: se te ne finisce sotto ai denti anche solo un nanogrammo ti fai la bocca amara, copre tutti i sapori possibili e immaginabili. A questo punto, si devono assaporare i semi ricoperti da un rivestimento rosso commestibile e state pur sicuri che la parte dura (i semi in questione) rimarrà inevitabilmente incastrata nei molari. E non è ancora finita: è solo a questo punto, infatti, che potrai essere contento oppure incassare una cocente delusione. Cosa intendo? Bè, i chicchi possono essere poco saporiti o, peggio, aspri come limoni invece che dolci e gradevoli. È un frutto-sorpresa, un po’ come il cocco, finché non l’hai aperto non sai cosa ti aspetta. Ma nonostante tutto ciò, io lo amo, perché quando imbrocco quello giusto il sapore mi ripaga di tutto. Che ci crediate o no.
 

Chissà perché, alla fine con i suddetti ingredienti ho scelto di fare di nuovo un dolce, si vede che questo contest mi ispira solo dessert, o forse sono io che sono in vena per via delle feste imminenti. Fatto sta che mi è venuta una gran voglia di bignè, mi ero sempre ripromessa di provare a fare la pasta choux da sola un giorno. Sì, perché avevo assistito a una seduta di bignificazione (:-D, bè, se esiste la panificazione esisterà anche la bignificazione no??) a casa del mio amico Mario, poi gli avevo chiesto la ricetta, poi lui si era dimenticato di darmela, poi io gliel’avevo ricordato, poi lui me l’aveva data, poi io l’avevo persa... e così via, finché non ho ritrovato il protocollo su quel Cucina Moderna oro di cui vi avevo parlato qui e così ho capito che era giunto il momento. Fare la pasta choux non è complicato, per nulla, basta avere l’accortezza di non buttare tutte le uova assieme e il gioco è fatto. Tra l’altro, nonostante non si metta lievito in forno la pasta gonfia che è un piacere, davvero! E infatti i miei bignè sono venuti formato “Gargantua e Pantagruel”, giganti, perché mentre mettevo l’impasto crudo nella teglia pensavo che le cucchiaiate fossero troppo piccine :-S fate come dice Mario, invece: usate un cucchiaino per sagomarli e andrà tutto benone.


In ogni caso. Bignè “Gargantua” con orange curd e glassa al melograno, per 4 persone:


Per l’orange curd:
il succo di due arance e la scorza di una
100 g di burro freddo
100 g di zucchero (o addirittura 50, attenzione altrimenti sarà troppo dolce!)
3 uova

Per i bignè:
90 g di farina
3 uova
0,75 mL di latte
0,75 mL di acqua
65 g di burro
un pizzico di sale

Per glassa e decorazione:
zucchero a velo q.b.
alcuni chicchi di melograno (tranquilli, non ne va neppure uno intero).


Per l’orange curd, mescolare assieme le uova, lo zucchero, il burro, il succo e la scorza delle arance. Sbattere con una frusta, poi trasferire su fuoco dolce avendo cura di non portare mai a bollore e mescolare in continuazione per evitare che si formino grumi. Cuocere per circa 15 minuti, se il curd fosse ancora troppo liquido continuare finché non ha preso la consistenza di una crema pasticciera. Spegnere e invasare a caldo: se qualcosa dovesse avanzare si conserva per una decina di giorni in frigorifero. Preparare la pasta choux: portare a ebollizione l’acqua e il latte con il burro a pezzettini e un pizzico di sale; quando bolle, aggiungere la farina setacciata e mescolare finché il composto si stacca dalle pareti. Mescolare per altri 2 minuti, togliere dal fuoco e incorporare le uova una ad una: non aggiungere l’uovo successivo finché il precedente non è completamente assorbito. Con un cucchiaio bagnato, disporre l’impasto a piccole porzioni (non esagerate come me!!) ben distanziate su una placca ricoperta da carta da forno. Cuocere a 180° per circa 20-25 minuti (ma se fate bignè piccoli ci vorrà di meno, abbiate cura di controllare!), lasciare 5 minuti a forno spento, sfornare e far raffreddare. Farcire i bignè con l’orange curd usando una siringa da pasticciere. Nel frattempo, preparare la glassa: mescolare allo zucchero a velo POCHE gocce di succo di melograno ottenuto schiacciando i chicchi attraverso un setaccio. Spalmare di un sottile velo di glassa la sommità dei bignè e da ultimo lasciarci cadere sopra dei chicchi come decorazione. Lasciar rassodare e servire!


Attenzione: la glassa al melograno fa fatica a solidificare, chissà come mai. Non ho mai visto una glassa che si ribellava al suo destino decorativo in questo modo, un totale anelito di libertà proprio :-DDD quindi dovete ottenere una cosa rosa semisolida dalla consistenza plastica, ci siamo intesi? Altrimenti addio, scivolerà furtiva dal bignè e la ritroverete sul fondo del piatto da portata, che se la ride. In quanto all’orange curd, devo dire: delizioso, ipercalorico e lussurioso, ma con le quantità di zucchero che avevo messo inizialmente (150 g) anche stucchevolmente dolce! Mettetene AL MASSIMO 100 g, meglio sarebbe limitarsi a 50! 


Con questi bignè partecipo al contest di Gattoghiotto "la Piccola bottega di campagna" di Dicembre in collaborazione con Malvarosa edizioni.



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